Valorizzare
un patrimonio culturale collettivo

Accanto al patrimonio materiale di luoghi, architetture e manufatti, che si scopre attraversando le colline intorno al piccolo borgo di Vallezza, è necessario catalogare, come elemento della collezione, anche il vastissimo patrimonio immateriale, costruito dai ricordi indivuduali di chi ha vissuto l’epopea del petrolio e dalla cui ricomposizione si può definire un affresco definito della memoria collettiva.


Proprio le memorie possono diventare il punto focale di una collezione materiale nella quale i resti delle architetture industriali, i macchinari che vediamo nel sito delle officine e le architetture nel parco, gli strumenti forgiati e lavorati nel cantiere, resterebbero testimoni muti del proprio tempo se non fossero associati a un patrimonio immateriale di memorie, di documenti di immagini che li interpretano e che, letteralmente, li fanno "parlare".

La costruzione di una tale collezione imateriale, diventa la base di ogni possibile ipotesi di riqualificazione del paesaggio di Vallezza. L'archivio di documenti della Gas Plus Italiana, che negli anni Novanta il patrimonio della SPI, insieme all'archivio della famiglia Rozzi, eredi del cavaliere Luigi Scotti che nel 1905 fondò la Società Petrolifera, e a tutti i ricordi degli ex operai e lavoratori della miniera e dei loro eredi, si configurano come un supporto necessario al racconto dell'epopea del petrolio a Vallezza come occasione di interpretare un più vasto sapere.
Narrare il ruolo del petrolio italiano, della sua estazione e lavorazione nella struttura economica e politica della Nazione, prima dell'epoca della globalizzazione, è infatti un'occasione unica di riflettere su un patrimonio importantissimo per il nostro paese, in un'epoca come quella attuale, dove la necessità di trovare fonti energetiche rinnovabili, impone un riscoperta del petrolio come materia prima preziosissima e non solo come carburante.