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Il progetto di Parco Museo del Petrolio è innanzitutto una collezione di luoghi da conoscere per capire il processo produttivo di estrazione del petrolio nel XX secolo. A partire da alcuni punti di accesso carrabili, raggiungibili in 10 minuti di auto o anche in bicicletta dal centro di Fornovo di Taro ci si può addentrare tra i luoghi che conservano memoria del passato estrattivo della miniera di Vallezza.
Vi è innanzitutto il sito del Cantiere della Società Petrolifera (1), vero cuore produttivo dell'industria, con gli edifici oggi in rovina della Centrale elettrica e la Forgia e i due padiglioni delle Officine produttive dove si producevano i pezzi meccanici destinati agli impianti ma anche un piccolo laboratorio per gli studi geologici, un presidio medico e un telefono: probabilmente il primo impianto telefonico della vallata. A fianco ad essa si trovano gli uffici della Miniera, oggi utilizzati come archivio da Gas Plus, attuale proprietaria delle aree; salendo la collina verso Neviano de' Rossi, si trova una residenza piuttosto grande: la Casa dei Capiturno (2), dove vivevano gli operai destinati al controllo dei turni di produzione con le loro famiglie. Vi è poi, poco più a sud est, salendo la collina, il piccolo Borgo di Vallezza (3), qui viveva gran parte degli operai impiegati nella miniera, vi è infine la vallata dei pozzi, un tempo punteggiata di tralicci in legno, che segnalavano la presenza di pozzi in produzione o in perforazione ed oggi, dopo la bonifica, è caratterizzata da campi coltivati e da boschi. La testimonianza del passato produttivo di questi luoghi può essere ancora oggi ripercorsa visitando due delle tre centrali di pompaggio un tempo esistenti (4 e 6) adesso immerse nel bosco, ma che un tempo riuscivano a gestire l'estrazione degli oltre cento pozzi perforati a Vallezza, due dei quali sono stati conservati con scopo didattico (5).