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Una collezione di luoghi.

 

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Il sito minerario di Vallezza a Fornovo di Taro (PR), è la sede di una delle più antiche miniere petrolifere italiane:la SPI, storica Società Petrolifera Italiana, fondata nel 1905 da Luigi Scotti.

La miniera tra la fine del XIX secolo e gli anni ‘70 del 1900, viene coinvolta dal processo estrattivo degli idrcarburi (petrolio e gas naturale), e si colloca lungo il Appenninico, con alcune riconoscibili polarità: il sistema produttivo vero e proprio, ovvero “Il Cantiere” con l’edificio produttivo delle Officine e i resti padiglioni necessari alla produzione e la manutenzione dei sistemi di ricerca, perforazione ed estrazione; il piccolo borgo di Vallezza, un tempo residenza dei minatori e oggi in larga parte inabitato, e la vallata dei pozzi nella quale erano dislocati i poz-zi estrattivi, governati dalle centrali di pompaggio che regolavano l’attività di estrazione.

Esistono ancora due delle tre Centrali di Pompaggio, collegate a i cavalletti dei pozzi di estrazione (oggi ovviamente inattivi e mantenuti al solo scopo didattico). Queste documentano efficacemente una tecnica estrattiva unica nel XX secolo: il metodo estrattivo "Fornovo". Un sistema di pozzi connessi mediante cavi e tiranti a una piccola costruzione in legno che nascondeva un motore diesel, e che poteva regolare l’estrazione contemporanea e programmata di un elevato numero di pozzi. Tale sistema non è an-cora stato individuato in altre realtà istituzionali.

Il patrimonio industriale oggi pressoché abbandonato della miniera e delle centrali, non è chiuso da un confine ben delineato, ma si configura come una porzione definita di paesaggio appenninico, immerso nella natura, che comprende campi oggi coltivati e strade di crinale già inserite nella rete di circuiti ciclopedonali e del trekking connessi con il Parco del Taro e la Riserva di Monte Prinzera. Esso è infine è situato a breve distanza dal percorso turistico e culturale della Via Francigena.

MUPE MappadellaProvincia 02

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Da un punto di vista territoriale, il sito si colloca in posizione baricentrica rispetto a un elevato numero di piccoli musei della Provincia di Parma che fanno già parte della Rete provinciale dei musei, mentre potrebbe configurarsi come una polarità di importanza nazionale, nella già esistente rete europea dei Musei del Petrolio, di cui Vallezza è oggi interlocutore italiano.

Il sito si trova pertanto in una condizione di unicità rispetto ad altre industrie dismesse, pur essendo, al pari di altri ex siti produttivi nel territorio italiano, un vuoto, la cui identità industriale, ancora “congelata” in una condizione senza tempo, ha in sè le qualità per un cambio di identità in chiave di riscoperta e divulgazione culturale, con potenzialità connesse all’educazione alla sensibilità industriale, ma anche come meta di un turismo selettivo connesso ad altri ambiti (ricettività, tipicità agroalimentari, reti di ciclo-turismo e trekking eccetera).