Nell'immediato dopoguerra l'Industria italiana del petrolio cambia profondamente. Dal 1919 Il ministero dei trasporti invia missioni in Romania, nazione considerata all'avanguardia nella ricerca, estrazione e lavorazione del petrolio, al fine di apprendere nuove tecnologie, ma anche di portarvi investimenti acquisendo società tecnicamente evolute.
Anche l'ingegnere Ariberto Scotti (1885-1925), figlio di Luigi e nuovo direttore della SPI, si occupa dei contatti con l'estero e in particolare viene inviato nei campi di petrolio di Boryslaw, città polacca, oggi appartenente politicamente all'Ucraina, per fare pratica. Il suo intervento conduce a uno sviluppo importante delle tecniche estrattive e, nel 1923, dopo avere potenziato la raffineria di Fornovo, la SPI sperimenta a Salsomaggiore una nuova tipologia di impianto a percussione che viene disegnato dallo stesso Ariberto Scotti.
Dal 1924 inizia un periodo particolamente difficile per Luigi Scotti già provato, l'anno precedente, da una malattia. A Fornovo si insedia una seconda azienda petrolifera, la "Società Petroli Taro", che viene acquisita dalla SPI alla fine di evitare la concorrenza. L'acquisizione costringe Scotti a contrarre un debito con la banca diretta dal ragioniere Angelo Pogliani. Nel marzo 1925 muore Ariberto, dopo una breve malattia, nel maggio dello stesso anno nella gestione della società, subentra il "Gruppo finanziario del Commendator Pogliani".
Il 4 luglio 1925, la Regina Madre, Margherita di Savoia, si reca in visita ai pozzi di Vallezza. In quella occasione, al fine di compiacere gli ospiti, i dirigenti della società fanno versare del petrolio greggio nel pozzo n. 2 di Neviano, ancora inattivo, e chiedono ai sondatori di attivare la macchina di perforazione al passaggio delle autorità, in modo da inscenare la scoperta di un nuovo pozzo.
Luigi Scotti con i suoi operai nel 1926, per l'Inaugurazione del pozzo n. 40
Nel 1927 la Standard Oil Company, che in Italia prende il nome di Società Italo Americana pel Petrolio Siap, rileva buona parte delle azioni SPI e il destino della società muta profondamente. Nel 1928 si rende necessario un rinnovamento delle tecniche estrattive, passando dagli impianti americani a nuovi più efficienti metodiacquisiti dalla Romania. Con questo stato Fornovo ha fitti rapporti inviando ingegneri per la formazione e ospitando alcuni tecnici rumeni per insegnare ai locali le nuove metodologie di trivellazione. Il 20 Novembre 1929 l'importanza di Vallezza per la fornitura italiana di Petrolio viene celebrata dalla visita dell'onorevole Giuseppe Bottai, ministro delle Corporazioni. Di questa visita esiste ancora una ricca documentazione fotografica.
Nel frattempo Luigi Scotti, dopo essere stato estromesso dalla società termina i propri anni dedicandosi alla vita privata nella sua città natale: Fontanellato, dove morirà nel 1933. Nello stesso anno la SPI installa a Vallezza il primo impianto di nuova generazione “Perkersburg National Portable Rotary”, per la perforazione del pozzo 16. Ancora una volta si sperimenta per la prima volta a Vallezza una tecnologia di perforazione innovativa e destinata a cambiare la metodologia di perforazione in tutto il paese.
Negli anni 30 il giacimento di Vallezza vede, anche grazie al nuovo metodo estrattivo basato su un sistema di pozzi collegati ad una centrale di pompaggio, che in Italia sarà ricordato come "Metodo Fornovo", la propria maggiore floridezza.
Si passa dalle 1.883 tonnellate estratte nel 1929 alle 20.649 estratte nel 1933, (circa l'80% della produzione nazionale). Negli stessi anni l'impianto di Vallezza è uno dei siti industriali più all'avanguardia. Si amplia la raffineria di Fornovo, vengono costruiti alcuni oleodotti e metanodotti e sono installate nei centri di Fornovo e Salsomaggiore le prime stazioni italiane di compressione gas per autotrazione. Al tempo stesso viene attivato anche un reparto studi geologici che può contare su metodi all'avanguardia e approfondire le indagini sismiche e gravimetriche, importantissime per la ricerca di nuovi giagicmenti.
La visita del ministro Bottai nel 1929
Nell'anno 1939, con l'avvio delle ostilità che porteranno alla Seconda Guerra Mondiale, alla SPI, considerata una risorsa importantissima per l'industria bellica, subentra l'amministrazione Straordinaria dello Stato. Nel 1941 la Petrolifera viene sequestrata dal governo fascista. Di questo periodo si conservano alcune foto che documentano la visita del Primo Ministro Mussolini alla Centrale N. 1. Infine, nel 1944 la miniera di Vallezza viene occupata dalle truppe tedesche.
Nel 1945 Vallezza, divenuta un obiettivo sensibile importantissimo, subisce ben 22 incursioni aeree con bombardamenti da parte delle truppe angloamericane, che portano alla pressochè totale distruzione degli impianti e fanno due vittime tra gli operai. Nel 1946 la SPI torna alla gestione della Standard Oil & Company - Siap, la futura ESSO, che avvia la ricostruzione.
Il Cantiere durante i bombardamenti bellici
Riferimenti Bibliografici
Manlio Magini, L’Italia e il petrolio tra storia e cronologia, 1970.
A.A.V.V, Spi. Settant'anni, 1975.
Enzo Bovaja, Altre memorie su Vallezza, in: “Per la Val Baganza” notiziario del Centro Studi Val Baganza, 2001.